2012, Settembre, Lunedì 3
(…continued)
Una delle cose più belle di avere un romanzo sulle dita è che puoi arrivare a innamorarti dei tuoi personaggi. Li scolpisci e li modelli come un Pigmalione della parola e può finire che davanti a idoli del genere ti disinteressi delle persone verso cui hai sviluppato una visione estremamente critica.
Ho scritto anche a PL.
Sarà che sono innamorato, ma è l’unica donna che possa reggere il confronto con il mio harem di carta. La sua devozione per me, nonostante i casini che le tocca affrontare, ancora mi stupisce. E mi commuove. E poi, è anche estremamente gnocca.
Anche oggi rimango a casa, sono ancora in pigiama a riempire pagine sul mio computer nuovo. Mentre ero alle prese con la posta elettronica sento il suono della chat di facebook. Chiunque mi sarei aspettato che fosse, tranne Andrea. Si è scusata per avermi dato buca domenica e che era ancora troppo stanca per vedersi con me. Io le ho detto che capivo e che me l’immaginavo che fosse stanca. “Ma grazie comunque per avermelo raccontato” le ho detto.
“È il minimo, sono una ragazza a posto”.
Interessante notare che quel “a posto” che ho liberamente tradotto, nello spagnolo del Cile è letteralmente espresso con l’aggettivo “decente”. Mi verrebbe da dire che la controparte maschile alla “ragazza a posto” sia “un uomo di classe”.
Eppure anche se non si sentiva ancora di farsi vedere avrebbe potuto comunque inviare un sms di scusa… va bene, mi ero sbagliato a giudicarla troppo duramente. Comunque, se ripenso al sottomarino decapottabile non posso non capirla o non perdonarla con una risata.