2012, Maggio, Domenica 6.
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Povero, del terzo mondo, ma moderno. Nel senso che puoi andare nelle baraccopoli, vedere tanto di antenne per la TV satellitare ovunque e smartphone in mano a tutti. I maiali però non ci sono ovviamente. A dire la verità nelle baraccopoli ogni tanto spariscono anche i gatti, ma quello è un’altro discorso. In Cile c’è un modo di dire che tradotto è all’incirca “farsi rifilare gatto per lepre”. Ognuno tragga le proprie conclusioni. Cavolo, i gatti in periodo di magra spariscono pure a Valparaíso…
Comunque, stando alla ricetta di Enrique, che ha espresso l’intenzione di prepararci le sue prietas artigianali quest’inverno, per fare l’insaccato dobbiamo farci dare una damigiana di sangue suino. A quanto mi ha detto basta rigirarlo appena “estratto” per evitare la coagulazione. Shaken, not stirred, lo preferirebbe qualcuno. Poi il sangue si mischia con della cipolla tritata finissimamente, pepe, sale, circa una terza parte di latte vaccino e pezzettini di noce che sono il tocco di classe. L’ingrediente segreto però è il grasso del peritoneo del maiale. Voglio vedere come fa a trovare un simile rifiuto chirurgico, se già è difficile rimediare la famosa damigiana ematica. Le prietas che si trovano ovunque, invece, usano la pancetta, e il budello per insaccarle è quello di vitello o di agnello, robetta da signorine. Per fare le cose fatte bene bisogna usare il budello di porco, che è più spesso e, come mi ha detto Enrique, è orribilmente irregolare, una schifezza a vedersi, ma tutto un altro sapore.
Chissà che sapore ha il budello gatto, mi chiedo. E sicuramente se lo chiederanno anche i miei cinque lettori.
Ah, poi l’ho assaggiata quella vodka all’arancia. Scommetto che sarebbe stata anche buona se tra gli ingredienti ci fosse stata la vodka. O l’arancia.