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2012, Luglio, Venerdì 16

..due mesi… sono un procrastinatore… per caso si vede? A Santiago ho visto la famiglia, ho anche speso una settimana abbondante a casa di una delle mie due zie Testimoni di Geova. L’altra sono andato a trovarla solo per la giornata. La cosa curiosa è che le due hanno litigato e non si parlano più da cinque o sei anni o qualcosa di simile. Detta così mi viene da solidarizzare con me stesso e darmi tutta la comprensione del mondo per il fatto che non mi piaccia tanto vedere i parenti. Mi stancano. Per questo mi trovo così bene qui a Valparaiso per conto mio. Anche mio zio Willy non rompe quasi per niente, tranne quelle volte in cui si piazza qua e mi tiene a parlare per ore. Ma vuoi mettere? Mille volte meglio uno come lui che i parenti con cui mettere su la facciata di circostanza.

Negli ultimi giorni a Santiago ho anche visto anche il mio zio Testimone di Geova light, e la mia zia nonTestimone di Geova.

Adesso ci sto pensando per la prima volta… ma tutti i miei zii paterni a Santiago ce n’è solo una che non è Testimone di Geova. Per carità, a me la Bibbia interessa tantissimo, documento ateo strabiliante se gli diamo una lettura fedele al testo così come quella che brillantemente propone Mauro Biglino il quale, giustamente, ci vede una saga epica alla Star Wars, con esperimenti di clonazione, guerre con macchine volanti, colonizzazione, conflitti politici ET… Niente dei d’amore e angeli con le ali. Insomma, quello che chiunque ci vedrebbe nel testo biblico se solo si degnasse di leggere quel che c’è davvero scritto invece di stare a sentire preti e teologi.

Quindi come dicevo, a me il testo biblico piace anche, l’omofobia dei Testimoni di Geova mi piace un po’ meno, e quello di mia zia ancora di meno. Però rimedia sempre con i fagioli, le lenticchie o la cazuela che mi prepara. Prima di andarmene mi ha incaricato di andarle a vedere un allevamento di barboncini qui vicino a Valparaiso. “Manco li cani, come si dice dalle parti di Roma. Ma come cavolo si fa ad andare a casa con l’incarico di farsi un viaggio di 40 minuti di treno per vedere dei cani di un mese in una gabbietta per conto di un altro? Così, tornato a Valparaiso, ho chiamato “l’allevamento”. In realtà una famigliola di origini slavo-teutoniche che possiede dei barboncini e ogni tanto gli concede il beneficio della riproduzione. Barboncino taglia toy colore apricot cercava mia zia. E così mi hanno risposto di avere presso “l’allevamento”. Poi ha piovuto e ho rimandato la visita alla settimana successiva. Quindi ho preso la macchina fotografica, come chiestomi gentilmente da una delle mie due zie Testimoni di Geova, e sono andato in un tardo pomeriggio di sabato a vedere quei cani.

Facevano schifo.

(To be continued…)

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2012, Maggio, Mercoledì 16

 

Ho scoperto che la musica è meglio del sesso. Senza se né però. La musica è meglio, punto. Sarà per questo che le uniche due fidanzate che ho avuto in tutta la mia vita fanno il conservatorio. Una di loro è già in Germania, l’altra ci andrà molto presto.

È da ieri che mi sto ascoltando il Presto dell’Estate di Antonio Vivaldi… è tutta colpa di una pubblicità TV in cui un ragazzino suona il violino, ma non è quello il punto. Il punto è che c’è molto più calore umano nella musica, così come in ogni altra forma d’arte, che in qualsiasi attività erotica. L’arte degli esseri umani è sempre un’espressione d’amore per la vita, per la bellezza, per l’umanità stessa che, tuttavia, concede così poca attenzione all’Arte. Un’opera d’arte che non sia frutto di un amore estremo non è un’opera d’Arte. E opere di questo tipo vengono create sempre nel più disinteressato dei modi, per generosità, per espressione massima di tutto ciò che rende umano un essere Umano. E un’opera d’Arte è eterna, perfetta. Il sesso invece dura massimo qualche minuto (qualche ora nel mio caso, ma neanche questo è il punto…), ed è così difettoso che devi ripeterlo parecchie volte per migliorarlo, per dargli un senso. Se è fatto bene. Se è fatto male allora meglio non ripeterlo per niente.

La giornata di domenica avevo ascoltato poca musica… sarà anche quello che mi ha depresso. E quella notte ho dormito dodici ore. Un sonno inquieto, non leggero e superficiale, in cui ho passato molto tempo a fare sogni. C’era PL in gran parte di tutti quei sogni. Non saprei dire con certezza se sono ancora innamorato di lei, però so che PL è l’ultima donna di cui sono stato innamorato, e dall’ultima volta che ci siamo visti non ho avuto alcun interesse in altre donne. Cioè sì, ovviamente ho sempre interesse nel conoscere una donna, ma nessuna di quelle che abbia incontrato ha destato in me sufficiente interesse tanto da spingermi ad avvicinarmi e fare il minimo sforzo per conoscerla.

Non avendo ricevuto notizie di PL da settimane ormai avevo cominciato a inquietarmi, a sentirne la mancanza più del solito… e così la notte di domenica più che dormire un sonno riposante ne ho passato una inquieta a sognarla.

La mia speranza quando mi sono svegliato era di avere ricevuto un suo messaggio su Skype, Facebook, e-mail, o piccione viaggiatore… invece non c’era niente. Le avevo scritto l’ultima email circa una settimana prima e, a rischio di sembrare ossessivo (cosa che ormai non sarebbe poi così lontana dal vero), le ho scritto un’altra email. Giusto per farle sapere che mi mancava, e raccontarle che l’avevo sognata.

Da giornata trascorsa esemplarmente nella depressione non ho fatto molto oltre a guardare la tv, parlare con mia nonna e scrivere qualcosa. E non sono neanche sicuro di avere scritto qualcosa. Meno male è arrivato Enrique la sera a portare un po’ di distrazione.

Eravamo lì a guardarci la tv tutti e tre, quando Enrique che teneva l’occhio sull’orologio mi dice all’orecchio che è passata mezzanotte ed era il compleanno di mia nonna. Così mi manda a prendere il Grand Marnier dell’altra volta e mia nonna, distratta dal suo gioco di solitario al PC, pensa che è il solito aperitivo serale che mi prendo con Enrique e ci dice che una volta tanto ci fa compagnia pure lei. Invece quando arrivo con i bicchieri la sorprendiamo facendole gli auguri, non si era accorta di niente e si scioglie in lacrime. Felice di aver raggiunto il traguardo dei suoi 80 anni, ci confessa che il motivo per cui era stata così giù di morale nei mesi scorsi era che aveva avuto paura di non arrivarci che qualcosa avrebbe potuto capitarle. Invece ce l’aveva fatta.

E poi è arrivata la giornata di martedì. Prima di deprimermi ancora ho voluto pazientare almeno il tempo di guardare la posta elettronica, cosa che ho fatto prima sia della colazione che della doccia. E, lì, c’era l’email di PL, a rassicurarmi che andava tutto bene come sempre, mi racconta che non era andata in Giappone come avevo pensato e che era rimasta in Francia a sottoporsi a chirurgia per sistemare un po’ la sua salute. E che le mancavo tanto.

Poi accendo Skype, e anche lì mi ritrovo due suoi messaggi appena arrivati, ma lei non è più online. Faccio appena in tempo a guardare 5/12 sulla data convinto che mi abbia scritto sabato sera e attacco subito a risponderle con un messaggio che è ancora più esteso dell’email che le avevo inviato, per dirle che l’email di lunedì l’avevo scritta appunto senza aver potuto leggere il suo messaggio scritto appena due giorni prima.

Dopo aver premuto invio la prima volta guardo meglio la data del suo messaggio.

(To be continued…)

 

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2012, Maggio, Domenica 13

(…continued)

Sembra una cavolata ma è un piatto squisito, sarà che il cavolo non ci va. Poi per carità vado pazzo anche per la ribollita fiorentina che è proprio a base di cavolo. Per la cazuela c’è la variante con il pollo invece della carne da bollito, i puristi dicono che tale variante la si fa senza la zucca, Marcia invece mi ha detto che la zucca ce la mette lo stesso perché una cazuela non è cazuela senza la zucca, e io direi che può avere ragione, e una cazuela senza zucca più che cazuela ti diventa appunto una cavolata, nonostante il cavolo non ci sia. Ma voglio dire, anche nella cazuela non ci sta niente che si chiami cazu.

Marcia è divertente, ha forse una cinquantina d’anni ed è una gran chiacchierona. Mentre pranzavamo tutti e tre ha tirato fuori che secondo lei io sono sputato a Marc Anthony, un cantante che io prima di venire in Cile non avevo mai sentito nominare, e comunque è l’idolo di Marcia. Allora mi ha fatto le foto con il suo cellulare nuovo con tanto di touch screen per fare un po’ di invidia alle sue amiche. Così ora mi si sta spacciando per un cantante famoso che nemmeno conosco.

Sono andato a letto prestissimo ieri sera, poco dopo le nove sono crollato. Mi sono svegliato alle tre e mezza di mattino e non sono più riuscito a prendere sonno. La giornata è cominciata male già da lì. Credo di aver fatto il pieno di sfiga oggi, così conto di rimanere immune per un po’ di tempo. Il programma per oggi era di andare a mio zio Gigino in quanto invitati da Maria Olga per una riunione familiare in celebrazione della giornata della madre, che chi si interessa a ‘ste cose sa che è stato 3 giorni fa, ma qui in Cile è una specie di secondo Natale e va sostenuta perché aiuta il consumismo, è da un mese che in TV rompono i coglioni per farti comprare torte, cioccolata, vestiti e cellulari a tua madre. E per darti modo di spendere di più la celebrazione è stata spostata a domenica, geniale no? Hanno duplicato le celebrazioni e quadruplicato il periodo di spesa con una semplice annotazione in calendario.

Comunque, cercando di aggiustare i miei occhiali nuovi che mi stavano larghi, ho piegato le parti sbagliate e sono riuscito a staccare un bordo della montatura dalla lente, non si nota niente se non lo sai che è staccato, ma sull’occhiale nuovo che hai aspettato mesi perché ti arrivasse per posta è una cosa che anche se non si vede lo senti dritto in mezzo al cuore.

Bella la riunione familiare, il pranzo era un pollo al cognac preparato ovviamente da Marcia credo già il venerdì, ma quando mangi qualcosa del genere vorresti farlo con degli occhiali in perfette condizioni. Non c’è storia, è tutta un’altra cosa.

Il colpo di grazia è arrivato quando è giunto il momento di cambiare la ventola al mio caro PC, il mio strumento di lavoro letterario, ventola che avevo ordinato con mio zio la volta scorsa in cui ero stato a Santiago, a fine marzo. La ventola era uno dei motivi principali, oltre al compleanno di mia nonna, per cui sono tornato a Santiago, facendolo anche con parecchio anticipo sugli altri miei impegni. L’altro motivo principale erano gli occhiali. Mio zio ha smembrato il mio povero pc tossicchiante e al momento di mettere la ventola si accorge che il ricambio non entra… dopo minuti di perplessità e cordoglio mi accorgo che c’era un piccolo codice sotto al modello, in un carattere piccolissimo quasi quanto quello delle clausole dei contratti che ti fanno firmare per aprire un conto corrente. E tale microscopico codice mi accorgo con raccapriccio essere differente tra la ventola deceduta e quella nuova fiammante giunta espressamente dal Singapore dietro un pagamento di 18.28 dollari americani. Ho dovuto affrettare l’accettazione di simile lutto per tornare su ebay e trovare il pezzo giusto, al prezzo di 9.44 dollari americani. Mi toccherà rimanere a Santiago qualche giorno in più rispetto al previsto per effettuare il cambio, non posso rimandare visto che la ventola si ormai è completamente paralizzata.

Rimango a Santiago, con l’occhiale nuovo che non è più nuovo, con il PC profumatamente strapagato a Steve Jobs che non funziona (non fa il suo job) come deve, internet che fa schifo mentre io continuo a pagare la bolletta della mia ADSL di Valparaíso, una ventola pagata il doppio e che non mi serve e l’acquisto di una seconda ventola di cui dovrò pagare un trasporto speciale. E questi, per me, sono motivi sufficienti per farmi diventare tirchio al punto da bestemmiare sui due euro spesi ieri per andare a tradurre un testo dall’inglese in pieno, schifosissimo, centro di Santiago.

Ma guardiamo il lato positivo, la cazuela era buona e abbiamo messo la ventola che non serve in vendita su internet, e spero che il cosmo mi conceda anche solo una parte del culo che in questi giorni mi ha spietatamente negato, si sa mai che da quella vendita ci faccia più soldi di quelli che sto spendendo per aggiustare il PC. Mi accontento di soli due euro di guadagno.

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2012, Maggio, Sabato 5.

(…continued)

Ho fatto un soffritto di condimento per le lenticchie ultra sciape di mia nonna. Adesso il correttore mi sta davvero facendo incazzare, non mi prende nemmeno “sciape”, ma l’ho appena aggiunto al dizionario del processore di testo, così almeno risolviamo definitivamente il problema. Comunque, a proposito del cucinare, devo dire che fa una certa impressione stare lì in cucina con tua nonna e ritrovarti davanti alla sconcertante evidenza che cucini meglio di lei. Per carità, lei è bravissima a preparare certe cose, dolci e infornati principalmente. Io i dolci non li faccio perché gli ingredienti costano troppo, e il forno non lo uso perché consuma troppo gas. Be’, anche per il fatto che fare quelle cose richiede tempo e mi rompe le palle… ma soprattutto è il fatto del gas.

Dicevo, cucinare meglio di tua nonna fa un certo effetto quando sei abituato alle nonne italiane che fanno delle cose miracolose quando invitano la famiglia a pranzi e cene da loro. Io qualcosina in cucina l’ho dovuta imparare, se no morivo di fame. Mia nonna invece è sempre stata abituata ad avere la domestica in casa o a mangiare fuori… beata lei che quella vita l’ha potuta fare così a lungo da non avere mai imparato nemmeno a fare un po’ di sugo in padella. Quindi oggi ho cucinato soprattutto io, epperò ha mangiato soprattutto lei. Cioè, in realtà sono io che ho mangiato più lenticchie, ma non parlo di un fatto di quantità assoluta, quanto di bisogni personali. Mentre io facevo il condimento che desse un senso all’esistenza di quelle lenticchie, mia nonna ha bollito un broccolo, e meno male che l’ho praticamente costretta a spezzarlo in rametti, se no il broccolo era ancora lì, tutto intero, a resistere tenace alla cottura al vapore. E sono stati proprio i broccoli che hanno stonato la giornata… mia nonna se n’è fatti fuori più della metà, e verso le sei di sera, poco prima che arrivasse Enrique, già era di pessimo umore perché si sentiva male e gonfia per l’indigestione da broccoli.

Quando le capita di sentirsi così è una tragedia, sono rimproveri e lamentele a mitraglietta come ti muovi. Per esempio quando è arrivato Enrique ho tirato fuori il Grand Marnier per farci un brindisi con qualcosa di buono. Non vi immaginate le cazziate perché non avevo rimesso SUBITO a posto la bottiglia, o perché avevo preso i bicchierini sbagliati, o perché avevo osato proporle un bicchierino di vodka all’arancia per aiutarla con lo stomaco.

Però quel Grand Marnier importato dalla Francia era davvero spettacolare, una roba di classe e tutto sommato il bilancio dell’esperienza alcolica di oggi è positivo.

Anche il bilancio del romanzo oggi è positivo, quello di internet invece fa cagare, in special modo oggi.

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