2012, Maggio, Giovedì 3.
(…continued)
Esaurito l’argomento dei suoi esperimenti di informatica, è passato a raccontarmi dell’attuale stato della sua relazione con i suoi figli, laureati in informatica o roba simile, la sua ex moglie, e i suoi nipoti.
Esaurito l’argomento della sua famiglia, è passato ad “approfittare subito visto che dovevo partire”, di cercare su google informazioni su un metodo di fabbricazione di pannelli fotovoltaici proposto da un candidato alle prossime elezioni presidenziali del Cile. E lì devo ammettere che la cosa mi ha interessato molto e mi sono dilungato con lui a cercare video su youtube per approfondire. La prospettiva di liberarsi dalla bolletta della luce mi è parsa estremamente seducente. Ancora più seducente la prospettiva di poter vendere elettricità alla compagnia elettrica grazie ad una legge che dovrebbe passare a breve. Siccome mio zio Willy è un tecnico in sistemi elettrici, ed è anche bravo, credo che approfondiremo il discorso, mettendo a frutto le sue capacità con i miei risparmi.
Quando finalmente gli ho fatto notare che avevo tutto da sistemare e l’autobus da prendere in mattinata, mi ha lasciato con il sonno che arrivava e il mio puttanaio domestico da disimputtanaiare.
In parte ci sono riuscito, poi verso le sette del mattino ho detto basta e sono andato a letto. Senza che nemmeno me ne rendessi conto, via via che riordinavo, i piatti sporchi che raccoglievo hanno riempito il lavello fino al colmo. Siccome proprio non ho avuto tempo, li ho lasciati lì da far lavare a mio zio Willy.
Stamattina ho fatto appena in tempo a vestirmi, mangiare un paio di kiwi, dare gli ultimi ritocchi alla valigia, prendere tutto quello che dovevo, busta della spazzatura compresa, e uscire di corsa giù per il colle, carico di bagagli, all’appuntamento con il mio benedetto autobus. Ho tentato di dormire fino adesso senza riuscirci, un po’ per via del condizionatore che va a briglia sciolta, un po’ per via di una venditrice di pasticcini tipici che, come è usanza tipica da queste parti, è salita con una tipica cesta di vimini a vendere il suo prodotto tipico, su quest’autobus che di tipico in questo momento ha solo la venditrice di pasticcini. Non so come, ma sono riuscito a resistere alla tentazione di comprarne. Così, insonne tanto nello spirito quanto nell’appetito, ho deciso di tirare fuori il computer dalla valigetta e documentare questo momento memorabile, in cui entro nello stupefacente schifo del centro di Santiago.