2012, Luglio, Venerdì 16
(…continued)
Sin dall’odore fino a quel pelame che non mi ha mai dato la sensazione di potere essere lavato con un qualsiasi mezzo tecnologico terrestre. Mi ricordo ancora quando, più di due decadi fa, mio zio Testimone di Geova aveva dei barboncini cui le mie cugine (di vent’anni più grandi di me) dovevano potare i boccoli del culo sporchi di merda. E la colpa di quello schifo non possiamo darla nemmeno a Geova, che dentro all’arca di Noé non ci ha certo fatto mettere una coppia di barboncini. La colpa la diamo a quei cretini di selezionatori di razze che hanno tirano fuori una bestia che ha bisogno di parrucchiere per non morire schiacciata o soffocata dalla propria ipertricosi.
Secondariamente, quei cuccioli femmina di barboncini non erano né di taglia toy né di colore apricot. Il padre era rosso e la madre bianca, bestie da quattro chili l’uno saranno stati. Io il favore l’ho fatto. Ho chiesto le informazioni e ho inviato le foto. Mia zia non si è fatta sentire manco per dire “ok ho ricevuto le foto”.
L’altra mia zia, quella che non è Testimone di Geova, è una fanatica sostenitrice dell’operato di Pinochet. Tra l’omofobia e la comunistofobia non so quale scegliere. Meno male che sono fuori dallo schifo di Santiago già da un mese, quella città mi esaurisce. Sì… un altro mesetto di convalescenza e sarò tornato come nuovo. E per allora dovrò tornarci di nuovo. Porca puttana.
Di buono in quel viaggio, oltre al compleanno di mia nonna, c’è che ho risolto il mio casino con il computer, ho sostituito il pezzo e, ora che ci sono temperature record di freddo, la ventola di refrigerazione va una meraviglia.
Poi ho fatto amicizia con il nuovo vicino di casa di mia nonna, Ernesto. Io erano due giorni che cercavo di piratargli il segnale internet wifi – ovviamente non sapevo il segnale fosse il suo – ci sono anche riuscito a craccare la password, quando insieme a sua moglie vengono a visitarci per chiedere un’informazione a mia nonna, ma rimangono a parlare con lei e presto il tutto è sfociato in un salottino a base di liquori aromatizzati. Così ci hanno invitati a casa da loro per un tè la sera successiva. Ernesto voleva che gli dessi consigli di scrittura, recentemente è alle prese con un manuale divulgativo sulla sua esperienza di imprenditore. La sua azienda fa delle borse per signora stupende, che farebbero bella figura nelle vetrine delle boutique di Firenze, e costano 50 euro. Se l’Italia non fosse in crisi economica sarebbe un ottimo affare esportarle. Ma all’Italia ormai non rimangono nemmeno più gli spicci da metterci dentro a una borsa, figuriamoci comprarle.